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Alice Zannoni critico e curaratore d’arte

Alice donna intraprendente, determinata, giovale ed atletica, socio fondatore e direttore di SetUp, critico d’arte e curatore indipendente. Docente di “Storia del design” alla Libera Accademia di Belle Arti di Rimini, scrive per riviste di settore quali Parol, disegnar(t)e, Zeta, Espoarte, Exibart. Nel 2011 ha fondato il marchio di eventi Foodhap’. Nel 2014 è stata Direttore della Fondazione Campori.

In un’epoca in cui l’arte, pur essendo alla portata di tutti, rimane sempre un argomento per una ristretta cerchia di persone, abbiamo incontrato Alice Zannoni che da dieci anni si occupa di arti visive come critica d’arte, curatrice indipendente e che ha da poco pubblicato con la casa editrice Nfc  (http://www.agenzianfc.com/shop/l-arte-contemporanea-spiegata-a-mia-nonna) Il libro “L’arte contemporanea spiegata a mia nonna” testo in cui, con un linguaggio comprensibile, l’autrice mette in connessione due mondi diversi, quello suo e quello della nonna novantunenne, realizzando così una delle cose più difficili che ci siano da fare (sono poche le persone che ci riescono): comunicare il complesso rendendolo semplice.

Foto di copertina di Luca Peruzzi

Alice nata ad Arzignano (Vicenza), laureatesi in Estetica al Dams-Arte di Bologna e con un Master in “Cultura dell’innovazione mercati e creazioni d’Impresa” conseguito sempre nella cittadina felsinea, afferma: “Il bello della conversazione tra me e mia nonna è stato quello di non essere a senso unico, bensì di essere un reciproco scambio di saperi, infatti non sono solo io che insegno l’arte a mia nonna, è lei che mi trasmette la sua conoscenza fatta di 91 anni di vita vissuta…ed è  preziosissima, perché è il frutto dell’esperienza, quella che nessuna laurea al mondo ti può dare”.

photo Massimiliano Capo

Il tutto ha inizio il giorno del compleanno della nonna Zita quando Alice, ritornata in Veneto per l’occasione dei festeggiamenti, si trova a leggere di arte in giardino e la nonna, avvicinandosi, le passa un santino dicendole: “Leggi qua”. Alice lo prende e le risponde che le parole sono molto belle, ma non ha potuto contraccambiare il gesto offrendole quello che stava leggendo lei…perché sarebbe stato difficile raccontarle di uno squalo sotto formaldeide che è un’opera d’arte e vale 12 milioni di dollari. In quel preciso momento Alice prova un vuoto dentro di lei che dura pochi secondi ma da cui scaturisce l’idea. “Nonna – le dice Alice – dobbiamo risolvere questa situazione! Che ne pensi se ti spiego un po’ di cose di arte contemporanea? Partiamo dalle basi, da che cosa è arte”. La nonna Zita le risponde subito: “Tutte le cose del mondo sono arte. L’arte è nella nostra testa. La vita, da quando si nasce, è arte”. La risposta, che spiazza per l’apertura mentale dimostrata dalla nonna, fa capire all’autrice che l’idea non solo era possibile, ma poteva diventare un progetto strutturato…d’altronde – pensa Alice – se la nonna è in grado di leggere, comprendere e interpretare gli scritti sacri è in grado di trovare un senso anche nell’arte contemporanea, che poi, tutto sommato, non è così distante dal senso di fede che può avere un religioso di fronte a un’oggetto sacro…e galeotto fu il santino! 

photo Rosy Dennetta-31

Così grazie a questa intuizione Alice decise di scrivere un libro insieme alla nonna Zita Urbani, classe 1926, affrontando l’arte contemporanea secondo categorie estetiche spiegate attraverso le opere di alcuni dei più famosi artisti del Novecento. Si parte da Marcel Duchamp e lo scolabottiglie che è in cantina diviene lo stimolo per parlare della genesi dell’opera, messo a confronto con il celeberrimo scolabottiglie dell’artista francese; si parla di Fontana, delle differenza tra arte e artigianato, con la Merda d’artista di Piero Manzoni si affronta il Bello, e poi i tagli di Fontana, la performance, l’arte astratta e quella concettuale, senza togliere le provocazioni di Cattelan e naturalmente si arriva Damien Hirst con lo squalo da cui tutto è partito. 

photo Rosy Dennetta-31

Il libro si intitola L’arte contemporanea spiegata a mia nonna ed è romanzo/saggio edito da “Collana NFC edizioni”. Alice, figlia di un’insegnate di educazione artistica, sin da piccola ha respirato arte, ma fin da giovane il suo carattere ribelle, la porta a fare altro cercando l’indipendenza e l’affermando la propria personalità non seguendo le orme “di casa”, per questo, per non dare soddisfazione ai consigli materni, non si iscrive al Liceo Artistico, ma contrordine a tutti vuole frequentare il turistico…perché voleva viaggiare…ma non aveva fatto i conti con l’arte che è tornata prepotente come materia di studio e che si è rivelata un vero e proprio amore tanto che, ci racconta Alice, capitava che l’insegnate di Storia dell’arte le offrisse la cattedra per spiegare l’arte ai compagni…“Zannoni, preparati, il prossimo argomento lo spieghi tu!”

Finite le superiori, si iscrive all’università a Bologna al Dams, scelta discussa e non condivisa, in particolar modo dal padre che non era assolutamente d’accordo il quale, ingegnere e portatore di una dinastia di ingegneri, si aspettava di avere una figlia dottore con la D maiuscola…quindi se non in ingegnere (Alice dice di non aver mai avuto un buon rapporti con i numeri) almeno avvocato perché l’arte proprio non rientrava nei parametri del padre. Così per fare quello che voleva, Alice mette il papà di fronte a una scelta: “Se vuoi una figlia laureata faccio il Dams a Bologna altrimenti non è un problema, tra una settimana parto con Costa Crociere, vado a fare l’animatrice”. Papà decise che Bologna era il male minore.

Pietra di Luna a Zoagli nel golgo del Tigullio (Ge)

Dopo la laurea, controvoglia, partecipa alla selezione per un Master e vince la borsa di studio per parteciparvi, si trattava di “Cultura dell’innovazione, creazione, mercati d’impresa” e, anche se l’argomento non aveva affinità con l’arte, alla fine questa borsa di studio si rivelò utilissima perché poi gli permise di avere le basi per realizzare nel 2013 la prima fiera collaterale di Arte Fiera a Bologna che si chiama SetUp Contemporary Art Fair che si è rivelata uno degli appuntamenti più interessanti nel panorama italiano. 

Tra la Laurea e il Master fa il percorso che fanno migliaia di studenti: cerca di trovare un lavoro per diventare indipendente e sbarcare il lunario. Fa la cameriera, ma avendo un percorso già scritto nella sua testa e forse anche un destino che era quello di lavorare nel mondo dell’arte, anche quando si aggira tra i tavoli del ristorate vicino a via Belle Arti, non si lascia scappare l’occasione di mettere in mostra la sua determinazione e fare rete con i clienti che erano proprio i docenti dell’accademia di Belle Arti di Bologna portando a casa così la prima curatela e iniziando la sua ascesa nel mondo dell’arte. 

Abbiamo fatto alcune domande ad Alice, donna intraprendente, determinata, giovale ed atletica.

Ti piace cucinare?

Sì, mi  piace cucinare, ma per gli altri, per me risolvo la “questione cucina” in modo molto veloce. Me la cavo bene, tranne che nei dolci, io vado a occhio con peso e tempi, non seguo ricette…e nella pasticceria questo approccio è disastroso!

Cosa ti piace mangiare?

Il mio piatto preferito è riso Basmati in bianco, con un filo d’olio e Parmigiano…e poi confesso ho una seria dipendenza da Philadelphia. Secondo me è perché mi riporta al sapore del riso e latte che mi faceva mia nonna quando ero bambina.

Cosa non ti piace?

Non mangio pane, pasta e maiale quest’ultimo tranne che nel compromesso di un buon crudo nella piada con squacquerone.

Cosa non manca mai nel tuo frigorifero di casa?

Non manca mai un litro di latte latte fresco intero. Sono come Leon!

Cosa mangi a colazione?

Moka da tre con biscotti, preferibilmente i Plasmon.

Cosa non manca mai nella tua valigia?

Non manca mai carta e penna, oltre all’accendino e al costume…se trovo una pozza di acqua non so resistere.

Il tuo ultimo libro letto?

Un’amore di Dino Buzzati.

Cosa ti piace ascoltare come musica?

Vivo con la musica 24 ore su 24, corro con la musica, per me è doping. Sono un pò ostaggio della musica, mi piace il rock degli anni ’70, ma anche l’electro swing, dance, ritmo!

Come hobby?

Running che più che un hobby per me è una religione e poi mi piace scovare roba (anche inutile) nei mercatini dell’usato.

Qualche locale che consigli?

Consiglio di andare a Pietra di Luna a Zoagli, paesino in provincia di Genova, perché si trova su una scogliera inclinata di 90 gradi ed è affacciato sul golfo del Tigullio, con davanti il promontorio di Portofino

Cosa ti piace bere?

Beh, da veneta il Prosecco fa parte della mia tradizione, poi non si dice mai no ad un buon Franciacorta e allo Champagne; non sono da cocktail, ma se saliamo di grado scelgo rum, il Diplomatico.

Cosa non manca mai nel tuo armadio?

I miei sono pieni c’è di tutto, accumulo camicie e blazer in modo ossessivo…e jeans…per ogni stagione.

Testo:

L’arte contemporanea spiegata a mia nonna” – Ridere, piangere e capire.

romanzo/saggio

edito da “Collana NFC edizioni”

Prezzo: 16,90 euro

 

Maurizio Ranucci
direttore responsabile
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