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Bologna: etico, sostenibile, buono e bello, gli ingredienti del marchio “A New Food”.

Nella città in continuo cambiamento Bologna, è sempre di più legata al cibo sostenibile, dove al centro c’è il lavoro dell’uomo, per collegarsi al nuovo marchio “A New food” di Alessandro Costenaro, una galassia di esercizi commerciali di cucina con alla base un movimento di agricoltura sostenibile e cruelty free (senza proteine animali). Alessandro da imprenditore dell’alta moda, ha intrapreso un nuovo percorso diversi anni fa esattamente nel 2011 con l’esperimento dell’associazione “Cucina Fuori moda” che realizzava corsi e degustazione di piatti vegani. Nel 2013 decide di prendersi due anni sabbatici, per stare vicino alla figlia appena nata. Poi nel 2015 ritorna, con un nuovo progetto ma più grande e interessante e insieme ad altri amici, di crea il gruppo “A new Food”, che dovrà gestire diverse attività sparse nella città, fra queste, “laspesa.bio” (www.laspesa.bio.com), dove un cittadino bolognese può fare la spesa con prodotti biologici di produttori che per l’80 per cento provengono da aziende locali e per il 20 per cento da poderi del resto dell’Italia o estero, con la possibilità di farsela portare a casa senza costi aggiuntivi sia di trasporto che di spesa minima, le referenze sono circa 200, la consegna dei prodotti viene fatta in bicicletta e segue la stessa logica dei prodotti. Invece, per chi lavora negli uffici del centro c’è la possibilità di farsi portare piatti da asporto (insalate fresche di stagione, cucina crudista, insalata di pasta o cereali, estratti di frutta, verdure e altro). Poi nel 2016 viene aperta l’enoteca “Radici – vino e cucina naturale” (Via San Vitale, 31 – 05119980329), dove l’interprete principale del locale è il vino scelto da produttori artigiani, cioè che nelle loro aziende fanno un’agricoltura sostenibile con il rispetto dei cicli naturali del vino. Qui, ad ogni bicchiere viene abbinato un piatto e tra questi c’è né uno interessante l’insalata fredda di tortellino, dove la sottile sfoglia senza uova, che avvolge un ingrediente vegetale, che nelle dimensioni e alla vista degli occhi sono uguali al piatto della tradizione. “L’idea di aprire un locale e dopo lanciare un franchising – sottolinea Alessandro – non mi piaceva come idea, perché mi avrebbe portato ad essere sempre in giro per il mondo, e controllare il sistema è abbastanza complicato e costoso. Poi come sottintendo io i luoghi, più specificamente la ristorazione, che per me devono avere un’anima, perché cucinare è un’arte che non puoi delegare ad altri. Personalmente non avevo voglia di farlo, ho pensato invece, perché non recupero luoghi abbandonati e di metterci mestiere che stanno scomparendo a Bologna come: un forno dove la persone possono sentire il vero profumo del pane, come avveniva nel passato quando si passeggiava nei portici delle vie bolognesi, si poteva sentire il profumo del pane che si diffondeva nel portico, ormai stanno scomparendo e oltre a quello di realizzare luoghi con anima e personalità”. La “Pizzeria Oliva” (Via Garibaldi, 5/h – 05119982836), dove si può degustare un pizza senza mozzarella (la prima in Italia). Lievitazione lunghe, farina semi integrale. Quello che sta cercano di realizzare Alessandro, di riportare in città, più specificamente vicino a casa, quei locali che nel passato potevi trovare lungo le strade del centro storico. “L’idea è quella di poter mangiare sano – ribadisce Alessandro- vorrei averi locali che somministrano cibo, senza rischiare di avvelenarmi. Con le numerose aperture di locali food, che fanno poca ricerca, ed hanno poca cultura del cibo”. Continuando la conversazione con Alessandro, scaturisce che il progetto nasce da una esigenza e da un bisogno personale, ma coinvolgendo altre persone che la pensano nella stessa maniera, veramente un grande progetto ed è uno dei più interessanti degli ultimi anni in città. L’obiettivo è di realizzare un prodotto semplice, il meno lavorato, senza l’utilizzo di prodotti animali e utilizzando materie prime provenienti da produttori del territorio che si conoscono personalmente e che nella loro vita seguono la stessa filosofia che segue il gruppo. Nei locali di loro proprietà non troverete dicitura piatti Vegan, ma un cibo per tutti, perché un gnocco al pomodoro, una vellutata, delle patate al forno sono piatti che si trovano nella tradizione e sono normali, non strani. L’altro obiettivo è portare un pò di leggerezza nel mondo del cibo, senza avere l’ossessione di che cosa stai mangiando, quante proteine ci sono o quanti grassi, quante calori, e sono, tutte quelle domande che si fanno le persone ossessionata dal cibo. Nel ristorante “Mallo caffè, restaurant” (Via San Felice, 38), si realizza una cucina naturale dove i prodotti vengono appena lavorati per poter esaltare i loro profumi ed i sapori che la terra e l’ambiente gli hanno dato. Il “BarNuovo”(Piazza Galileo,5/b) caffetteria e pasticceria, il caffè utilizzato nei vari locali è quello del fratello imprenditore Matteo che ha creato un brand “Barbarossa”, nuovo classico italiano. Le selezioni delle bottiglie che si trovano nei vari locali è stata fatta da Daniele Fasano, e i produttori presenti nelle varie carte dei vini sono stati tutti conosciuti personalmente e possono essere: biologici, biodinamici e naturali. Tutti i locali si presentano accoglienti, ben arredati con gusto, visto che per diversi anni Alessandro a lavorato nell’alta moda, è questo, lo si può vedere, perché i suoi locali, che sono affascinanti come un vestito, ma non troppo leziosi, ma armonici e accoglienti. Anche le sedie i tavoli sono stati creati da progetti realizzati internamente e fatti costruire da artigiani del territorio, la presenza dell’uomo non si trova solo nei piatti, nelle materie prime, ma anche nel designer negli oggetti che arredano le location. Non solo cibo nei locali, ma anche galleria d’arte, dove la presenza dei quadri sono in armonia con il luogo, questi variano in base all’artista. Ed infine il progetto è ancora in movimento sono in cantiere altre idee, che piano piano verranno realizzate. Tutte queste cose fanno capire che questo paese ha ancora grandi potenzialità. E per ultimo il magazine che si può trovare nei vari locali di propria produzione “Eat – urban magazine”.
Per maggiori informazioni: www.anewfood.com

Maurizio Ranucci
direttore responsabile
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