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Da passione a designer delle biciclette

Nella terra dei tortellini e delle crescentine si trova un artigiano o designer della bicicletta che si chiama Paolo Chiossi, titolare della “Chiossi Cycles”. “Un prodotto è soltanto un piccola parte di se stessa” è la definizione che da Paolo alle sue creazioni.  La storia delle due ruote della famiglia Chiossi inizia nel 1942, quando il padre Enzo, che diventa il ragazzo di bottega della famiglia Gilli, che erano vicini di casa. Enzo faceva parte di una famiglia numerosa era l’ottavo dei figlie e all’età di sei anni andò a vivere a casa dei suoi vicini per aiutarli a fare riparazioni meccaniche ed aiutava a saldare i telai nei bracieri di casa con l’ottone che veniva prelevato dai parafanghi delle biciclette, li tagliavano a strisce per saldare. Paolo è così cresciuto con la passione, il talento e la maestria tecnica maturata e assorbita durante la sua infanzia nella bottega di suo padre e più quello che ha imparato nelle aziende dove ha lavorato, ha creato una realtà artigiana che inventa e realizza, una ad una, biciclette spettacolari con un elevata personalizzazione e con accessori artigiani per creare pezzi unici , funzionali, esteticamente belli, attraenti e senza tempo. La line che ha chiamato “Collection” nascono da un’idea che parte da un colore, da un pezzo o da altro e in questo modo diventano veramente “unici”. Paolo nelle sue creazioni cerca di coniugare passato e presente che ne fermano il tempo. Le collezioni di Chiossi si ispirano molto ai più bei modelli del ‘900. Nel 1942 nasce l’azienda di famiglia che faceva riparazioni e collaborava con aziende artigianali di biciclette. La prima bicicletta creata da suo padre venne chiamata “Chenzo”. L’officina come spesso capitava in quel periodo era nella stessa casa dove abitava la famiglia e così Paolo fin da piccolo ha potuto sentire odori, persone e oggetti che l’anno seguito nel sua crescita. Di quel periodo ricorda i packaging colorati tipici quelli usati per i pezzi della Campagnolo. Paolo dopo essersi diplomatosi all’Istituto di Tecnico Industriale “Fermo Corni” in design meccanica, è andato a lavorare per tre anni in un dipartimento della Ferrari la “Engineering” che creava per conto terzi e faceva il disegnatore al “Cad” e in quel periodo lavorava per oltre 7 ore davanti ad un monitor. Un giorno si alzo e vedeva annebbiato, fece un visita e gli consigliarono di cambiare lavoro e lascio l’azienda. Andò a lavorare per “Peugeot Italia”, come tecnico commerciale svolse la mansione di ispettore per cinque anni. Poi nel ’95 stanco di viaggiare, decise di mettersi insieme a suo padre. “Nei viaggi che facevo in macchina – ricorda Paolo – in giro per l’Italia, è nato il desiderio di fare qualcosa insieme a mio padre”. Bisogna, anche aggiungere che fino al ’95 ha corso in bicicletta tra i dilettanti, la passione c’è sempre stata latente all’interno di Paolo. Oltre all’officina a Sogliera dove suo padre creava e riparava le biciclette, nel 2003 apri il negozio in centro a Modena dove venivano esposte le biciclette in vetrina e questo ha aiutato ad avere maggiore visione e con i nuovi mezzi di comunicazione “Internet” con i social la visibilità è aumentato sia in Italia che all’estero. Nel 2014 con la morte della mamma e con la separazione, ha dovuto fermare la produzione di biciclette perché la casa dove abitava i suoi genitori, comprese l’officina è stata venduta e suo padre è andato a vivere da lui per cui Paolo ha proseguito solo l’attività di consulente e progettazione o designer di biciclette per altre case costruttrici. Durante questo periodo nota Paolo, che sta aumentando l’interesse per le biciclette classiche italiane degli anni ’30, ’40 e ’50 con un stile più moderno, realizzate per diventare pezzi unici e grazie al negozio in centro ha capito dai “feedback” che riceveva sui social che doveva puntare su questo segmento, cioè su biciclette “Collection” pezzi unici con estetica, originalità e con materiali di qualità e artigianali. Come nascono le biciclette “Collection”: ribadisce Paolo da una intuizione come la numero 02 nata da un colore, o la 01 nata da un telaio “Maino” utilizzato per le biciclette da corsa degli anni ’20. Questi pezzi unici nascono da una intuizione che spesse volte avviene nei mercatini di antiquariato che frequenta, uno di queste è nata da un fanale. Per la maggior parte i componenti che servono per creare le biciclette sono fatte da artigiani, ma alcuni di questi sono di serie, perché non esistono più produzioni artigianali. Il Telaio è fatto in Italia, sia la verniciatura della linea “Collection” finora sono state create sette e sempre in questo periodo sta nascendo la numero 08. Da questi pezzi unici è nata anche la linea più commerciale chiamata “‘900” dove le biciclette vengono realizzate con pezzi selezionati e ricercati ma che si possono trovare sul mercato. In questo momento la produzione di biciclette classiche è sospesa, ma dovrebbe essere ripresa tra qualche mese. Il catalogo “900”, rappresenta il meglio la produzione italiana del settore del ‘900, come “1910” ispirata ai primo modelli di bici da corsa, senza parafango, semplici agili e affascinanti, L’essenza della bicicletta. Ha solo ciò che serve dotata del solo freno a contropedale posteriore e con preziosi parafanghini e manopole in legno. Caratteristiche: freno anteriore a tamburo, mozzo posteriore 2 velocità Sturmey Archer, verniciatura artigianale sono tra gli optional disponibili.; “1940” riecheggia le bici da fornaio con le ruote larghe per portare pesi, per i vignaioli, per i tabaccai e per i calzolai, per i fiorai e… per tutte le botteghe di paese. E siccome la pubblicità è l’anima del commercio, oltre a cesti o cinghie per caricare, è fondamentale la tavoletta in legno dipinta con le grafiche della vostra ditta. Caratteristiche: le gomme larghe permettono di caricare ciò che si vuole. La 1940 è veramente robusta e può montare ogni tipo di accessorio e rielaborazione per adattarla alle esigenze di ogni attività.; “1950”, con i freni a bacchetta, la bicicletta che ha fatto la storia dell’Italia. Non è possibile trovare maggior confort e piacere pedalando. La “1950 ENZO” definisce un nuovo standard di riferimento dell’insuperata capacità artigianale italiana. Grazie ai preziosismi di cui è dotata, si distingue in modo unico ed esclusivo. Caratteristiche: il made in Italy è questo. Pantografature, decorazioni artigianali e realizzate a mano, lavorazioni meccaniche artigianali, e tanto altro. Una bicicletta da guardare ed accarezzare. “1970” riprende la line delle biciclette sportive con i freni a guaina. Una folata di freschezza rende la “1970” veloce e sbarazzina come una ragazza di 20 anni. Il tipico telaio italiano con doppia cannetta sottile le dona velocità, leggerezza e precisione. Una bicicletta per percorrere tanti chilometri. In compagnia di amiche o anche soltanto del sole e del vento. Caratteristiche: monta pneumatici da 35 mm per poter percorrere ogni tipo di fondo. Sella Brooks B17 e possibilità di montare il cambio nexus al mozzo a 3 velocità (con manopole in pelle).

Di che cosa sei goloso?

Mi piace mangiare salato, sono goloso dei tortelli di zucca o quelle tradizionali.

Cosa non ti piace mangiare?

Le frattaglie.

Cosa mangi per colazione?

Mi piace bere un cappuccino con pasta

Cosa non manca mai nel tuo frigorifero?

Lambrusco di Sorbara

Cosa ti piace bere?

MI piacciono i rossi e i Lambruschi di Paltrinieri e di Zucchi. Invece per quanto riguarda la birra mi piacciono le Ipa.

Ti piace ascoltare musica?

Mi piace la musica degli ’70.

Cosa non manca mai nella tua valigia?

La macchina fotografica.

Hai dei locali che consigli?

Osteria di Rubbiara a Nonantola (MO); Trattoria Secchia a Soliera )MO); Ristorante Bulldog’s a Modena; per fare una buona colazione Wine bar Moreali a Modena.

Indirzzo:

per informazione: paolo@chiossicycles.com

Tel.: +393285674144

Sito: http://www.chiossicycles.com

Maurizio Ranucci
direttore responsabile
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