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“La grammatica dei sentimenti” di Silvia Scapinelli

Chi è Silvia Scapinelli?

Silvia Scapinelli, bolognese, laureata in Lettere Moderne e in Sociologia. Amore incondizionato per la letteratura e l’arte in tutte le sue forme. In particolare libri, arti visive, musica, teatro ed eno-gastronomia. Influenzata nella vita dagli scrittori del Novecento.

Quando è nata l’idea di realizzare questo libro “La grammatica dei sentimenti”?

L’idea di realizzare questo libro è nata  dai venti che intitolano le parti del romanzo: mistral, meltemi…venti carichi di profumi. Il libro nasce dal colore del vino, dal sapore del cibo. Nasce da una ricerca sensoriale. Il libro nasce per trasmettere ai lettori un’esperienza intensa. Il libro nasce dall’Amore. L’Amore per il bello. Nasce dal mio più grande piacere che quando scrivo è quello della lingua, le emozioni che le parole suscitano ancora di più che la storia di per sé. Il libro nasce dalla passione per i viaggi che tutti noi intraprendiamo per poterli raccontare. Nasce dalla dedizione verso l’arte in generale e nel caso di questo romanzo non di meno quella culinaria e per il vino. I vini e i cibi che come i romanzi racchiudono in se storie da raccontare.

Di che cosa parla questo libro?

Si tratta di un romanzo incentrato sui temi più universali dell’umanità (sentimenti, amore, cultura, enogastronomia…) visti attraverso i personaggi  principali. Poi c’è l’aspetto culinario a far muovere il vento dei profumi. Credo che la cucina sia espressione di personalità, con il cibo viviamo un rapporto intenso sia positivo che negativo. E poi c’è l’amore. E parlare d’amore, in Sicilia, può significare “invadere territori che appartengono all’onore, alla sacralità della famiglia, al bene più prezioso che una donna custodisce in sé, spesso l’unico patrimonio su cui contare.”

Perché dovrei andare in libreria e comprare il tuo testo?

Dovresti leggerlo anche solo per la curiosità di sapere cosa si nasconde dietro un titolo che cerca di rendere razionale ciò che razionale non è: i sentimenti.

Nel tuo libro che rapporto hanno i ricordi, gli aromi e le preparazioni in cucina?

Nei miei romanzi in generale i vini, la cucina i sensi sono sempre presenti. Elementi imprescindibili dalle mie trame. Nel mio precedente romanzo “Anita sul mare” erano soprattutto i vini a essere intrecciati con la narrazione. Invece in questo ultimo romanzo sono le ricette ad essere inscindibili dalle emozioni e decisioni della mia protagonista.

Taormina (Siclia)

Nella tua pubblicazione qual’è il ruolo che hanno il sale e le spezie ?

La protagonista profuma di Provenza ma poi diviene fortemente “contaminata” dagli aromi di Sicilia e dalle spezie di Grecia. Quello che vorrei offrire nella lettura di questo romanzo non è solo una storia ma anche una esperienza sensoriale. Si può raccontare una storia d’amore a partire dal cibo? Sembra proprio di sì, e non solo perché il legame tra cucina e letteratura è ormai consolidato, ma soprattutto perché il cibo è spesso compagno delle nostre vicende amorose, a partire da quando cediamo a qualche peccato di gola per superare una delusione d’amore.

Quali sono i piatti di questo viaggio che sei rimasta più legata? Hai qualche luogo del tuo viaggio tra Francia, Grecia e Sicilia che consigli di andare?

In questo romanzo ogni luogo ha una importanza cruciale per il dipanarsi della storia. La protagonista è legata alla sua tradizione culinaria provenzale, come ad esempio i raffinati biscotti Calissons d’Aix, fanno parte di lei e della sua personalità ma poi in seguito si lasciare travolgere dall’intensità degli aromi mediterranei, dal profumo del nostro sud e infine portare via da qualcosa di ancora più esotico. Francia, Sicilia e Grecia non hanno bisogno di presentazione: sono tutti luoghi che devono essere vissuti.

Qual’è il tuo rapporto con il cibo?

Molto positivo e creativo.

Di che cosa sei gelosa?

Della mia libertà intellettuale.

Cosa non ti piace mangiare?

Con il cibo ho un buon legame e non posso dire che ci sia un alimento che io disprezzi del tutto. Sono più esigente sul “con chi” mangiare”. Mi turba la cattiva compagnia.

Cosa non manca mai nel tuo frigorifero?

Una bottiglia di vino da condividere con gli amici.

Viaggi spesso, cosa non manca mai nella tua valigia?

Taccuino, penna, una piccola scatolina di acquarelli e molta voglia di imparare.

Ti piace cucinare e che cosa?

Amo cucinare piatti semplici ma ricercati. Mi piace cucinare da sola e anche in compagnia. Le ricette che richiedono tempi lunghi di cottura le intervallo spesso alla lettura di poesia. Infatti il mio scaffale dei libri di poesie è proprio in cucina. La cucina che funziona è quella fatta con amore e spero sempre che la poesia influenzi la riuscita dei piatti così come la musica e la buona armonia.

Ti piace la musica?

Adoro la musica. E davvero ne ascolto di tutti i tipi dall’opera lirica ai modernissimi sound. Ma se dovessi dare note alla mia anima vibrerebbe senz’altro di sonorità jazz con escursioni in zona Brasile.

Qual’è l’ultimo libro che hai letto? Hai qualche libro da consigliare?

Leggere mi piace ancor più che scrivere. E di libri da consigliare ne avrei una rubrica intera. Gli scrittori del 900′ hanno influenzato fortemente la mia vita, la mia scrittura e il mio modo di essere. Nel 2018 sono rimasta molto colpita dal romanzo di Franco Faggiani, “La manutenzione dei sensi”. Faggiani ha una scrittura elegante ma potente che parla direttamente all’anima delle persone. Un libro che insegna con poesia a costruire i legami d’amore. Se dovessi chiudere tra le braccia cinque romanzi preziosi per la vita sarebbero: Marguerit Yourcenair con Le memorie di Adriano. La sua capacità di intuire il vissuto di un Imperatore colto e fortunato come Adriano è fantastica ma ciò che rende il libro geniale è che le memorie dell’Imperatore sono viste con gli occhi di una donna; Bulgakov, Il maestro e Margherita.Sandor; Marai, La donna Giusta; Herman Hesse con Narciso e Boccadoro.

Maurizio Ranucci
direttore responsabile
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