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Lo chef Croatti, un promettente romagnolo alla conquista di MIlano

Milano – Genio e concretezza. Sogno e realtà. Enrico Croatti è uno degli chef più promettenti d’Italia, capace di conquistare una stella Michelin non solo in Italia (al Dolomieu di Madonna di Campiglio) ma anche in Spagna, ad Alicante: Orobianco è stato il primo ristorante di cucina italiana a conquistare la Stella Michelin in terra iberica.

Lo chef Enrico Croatti

Merito di un talento fuori dagli schemi e di una capacità di fare team che è tipica solo di un grande cuoco.  Ma non si è fermato, e oggi è il protagonista di un nuovo format di intrattenimento enogastronomico a Milano, “Moebius”.  “Dopo 17 anni in questo mondo di grandi soddisfazioni – sottolinea Enrico -, riesco a realizzare un sogno, quello di aprire un locale d’intrattenimento gastronomico, partendo dalle sue fondamenta”. Quando fu chiamato dai proprietari e vide per la prima volta il capannone dove sarebbe nato il locale, fu amore a prima vista e la sua mente iniziò subito a viaggiare e sognare su come sarebbe stato. Enrico Croati, classe 1982, nato a Rimini, in una famiglia dove la nonna e la mamma erano delle vere azdore. Fin da piccolo ha provato un’attrazione per la cucina: “Mi ricordo – racconta Enrico – che ha 11 anni ho fatto la mia prima tagliatella”. L’amore per questo mondo è nato subito, e si è manifesto, quando durante la scuola media nell’ultimo anno, per scegliere la scuola superiore, decise all’insaputa di sua madre, che aveva un’altro progetto per il figlio, scelse di fare la scuola alberghiera a Marebello di Rimini. “E’ stato l’istinto a farmi scegliere la scuola, ricorda Enrico”. A 22 anni ha deciso di partire per Los Angeles, per lavorare a fianco di un altro riminese, Gino Angelini, all’”Angelini Osteria”, un’istituzione per la città degli angeli, frequentata da tutto il jet set di Hollywood. Il loro incontro è stato una casualità: un giorno Croatti decise di scrivere una e-mail ad Angelini, per chiedere se poteva lavorare nella sua cucina, e per caso, Gino nello stesso momento era al computer, gli rispose immediatamente, in modo positivo. Sono stati tre anni di collaborazione intensa e di responsabilità, catapultato subito dietro ai fornelli dove subito dimostrò il suo carattere e il suo talento, tanto da venir promosso – dopo appena venti giorni – a responsabile di un altro locale di Angelini, La Terza a Beverly Hills.

L’esperienza degli Stati Uniti gli ha insegnato il rispetto delle materie prime, oltre ad aiutarlo a crescere come uomo, come chef, e nelle competenze manageriali.  Da lì, poi, Enrico è andato in Spagna all’Akelarre con Pedro Subijana (tre stelle Michelin) di San Sebastian, qui ha conosciuto la cucina moderna, tradizionale e contemporanea, uscendo con un bagaglio formativo molto importante. In Francia al Lea Terrasses de Lyon del Villa Florentine di Lione, poi ritorna in Italia al Grand Hotel Miramonti Majestic di Cortina d’Ampezzo e poi si sposta ancora in Francia, a Lione, con Paul Bocuse a L’Auberge di Pont de Gollonges. Nel 2008 approda al Dolomieu di Madonna di Campiglio, il ristorante del DV Hotel, e nel 2013 conquista la sua prima stella Michelin, un sodalizio durato dieci anni che ha visto anche, nel 2015, la nascita del già citato Orobianco ad Alicante. Ma la voglia di confrontarsi su un palcoscenico internazionale come quello milanese ha avuto la meglio, un sogno che per Enrico si concretizza con l’incontro della famiglia Querci e l’avviamento del progetto Moebius, che ha aperto i battenti ad agosto 2019.

Nel nuovo ristorante il menù è in formato dinamico, ci sono varie proposte alla carta e dei menù degustazione che cambiano spesso. Qui, la cucina si ispira alle tradizioni delle vecchie osterie romagnole ma con quel tocco estremamente istrionico e geniale che è il marchio di fabbrica di Croatti. I sapori sono sempre sorprendenti eppure chiari e concreti, e giocano tra rimandi artistici, sensualità ed ironia. “L’Osteria rappresenta uno stile di vita, un fascino di altri tempi, ma con una base fondamentale quello dell’allegria e del piacere di gustarsi un buon piatto insieme ad altri commensali. Si possono trovare i ciccioli di maiale nostrani, come li faceva il nonno, questo deriva dalle sue origine romagnole, come il crudo alla riminese un po’ fusion, una tradizione dei pescatori locali di mangiare le crudità.

Altro piatto tra la sua terra e il mondo sono le lumachine di mare (piatto di pesce che si trovava nelle osterie di mare) ai fagioli e jamòn iberico de bellota o il cappelletto in brodo di gallina, con funghi porcini secchi, calamaretto spiello crudo con timo limonato e peperoncini e il brodo viene servito a parte caldo da inserire prima di mangiare e tante altri piatti gustosi. Il cestino del pane è formato da un pane a fermentazione naturale, per accompagnare le pietanze. Un luogo dalle mille curiosità, oltre all’Osteria gastronomica, c’è il Tapa Bistrot e il coktail bar e musica jazz dal vivo. Moeibius trova spazio in un ex magazzino tessile di 700 metri quadrati e 10 metri di altezza, in cui fluttua l’Osteria gastronomica di Croatti, sospesa ai piedi di un ulivo andaluso di 700 anni inserito in una spettacolare teca di vetro. Un’imponente ristrutturazione ha conferito al locale un’atmosfera unica, newyorkese, per un luogo poliedrico che già è diventato una delle mete preferite della Milano da bere. Un progetto architettonico moderno, metropolitano e internazionale. Oltre allo chef, nel team è presente Luca pilia (sous-chef), Filippo Arrighi (sommelier) e Marco Siclari (barman).

Di che cosa sei goloso?

Amo i calamari in tutti i modi possibili (si trovano spesso nelle sue creazioni)

Cosa non ti piace mangiare?

Non amo le melanzane, ma un volta sono riuscito a realizzare un risotto con questo ingrediente.

Cosa non manca mai nel tuo frigorifero di casa?

Il parmigiano reggiano.

A colazione cosa mangi?

Marmellata di arancia e zenzero o albicocche, con fette biscottate integrali, e spremuta di arancia, yogurt e un buon caffè.

Quando viaggi cosa non manca mai nella valigia?

Un’agenda con fogli bianchi perché in qualsiasi luogo dove vado, mi piace scrivere le mie sensazioni e le mie esperienze di vita.

Nel poco tempo libero che hai, cosa ti piace fare?

Mi piace vedere musei di arte contemporanea, mi sono innamorato dell’arte quando sono stato a New Yotk al Moma. Spinning, crossing.

Ti piace la musica?

Quando sono a casa mi piace ascoltarla.

Qual è il tuo ultimo libro che hai letto?

La bibliografia di Gualtieri Marchesi

Hai un libro che consigli di leggere?

Bistrot di Bertrand Auboyneau , François Simon

Hai qualche consiglio di luoghi che consigli?

Consiglio di visitare San Sebastian la parte storia, andare a mangiare alla “locanda San Leone” a San Leo per il fascino del luogo (qui per un anno lo chef ha lavorato nelle sue cucine). Andare a Lione a vedere la cattedrale, e mangiare al “le Bouchon des Filles”. Al “Le Saison” che si trova all’Istituto Paul Bocuse.

Indirizzo:

Moebius – Osteria gastronomica – Tapa bistrot & Mixologia

Via Alfredo Cappellini, 25,

Milano MI

Telefono: 02 3664 3680

 

 

Maurizio Ranucci
direttore responsabile
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