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Modigliana: Viticoltura eroica

Fare di necessità virtù e lascare che sia la Natura ad occuparsi della terra. Non si può fare diversamente in una vigna con il 40% di pendenza, dove il terreno è ricco di argilla e si rischiano smottamenti ad ogni acquazzone, dove anche nelle giornate più calme le correnti ventose agitano le foglie di vite e dove l’inerbimento tra i filari, grazie alla sua tessitura radicale, è necessario più per evitare le frane che per limitare la vigoria della vite. Siamo ai limiti della viticoltura eroica, siamo nel Ronco del Vento (il nome dice tutto), un vigneto coltivato a Sauvignon Blanc allevato ad alberello, l’unico sistema di allevamento della vite che evita al vento di stendere l’intera vigna. Siamo a Castelluccio, ad un passo dalla Toscana e rivolti verso il mare.

Qui, in particolare nel Ronco del Vento, arrivano da una parte le correnti del mare a dall’altra i venti della Toscana dai quali, in parte, ci ripara l’Appennino. Il vigneto è dedicato al “Lunaria”, uno dei due Sauvignon Blanc prodotti dall’Azienda, lavorato solo in acciaio. Il suo fratello grande è il più acclamato “Ronco del Re”, un Sauvignon Blanc d’eccezione prodotto in quantità molto limitata, che prima di uscire in commercio affina per due anni in barrique nuove e riposa altrettanto in bottiglia. Le uve di questo secondo vino provengono da un piccolo angolo del vigneto “Ronco delle Ginestre”, vigneto esposto a Nord-est che, per il resto, è tutto coltivato a Sangiovese e dà il nome ad un altro grande vino di Castelluccio. L’Azienda è stata la prima in Regione a vinificare per “cru”, a dimostrazione di come già dalla nascita negli anni ’70 ci sia sempre stata una particolare vocazione alla qualità. La cantina è di piccole dimensioni ma ben organizzata. Divisa in due blocchi. Nel primo regna l’acciaio; qui i vini nascono e, come nel caso di “Lunaria” e “Le More”, una volta terminate le fasi di fermentazione e pulizia passano all’imbottigliamento. Nel caso, invece, di “Ronco dei Ciliegi”, “Ronco delle Ginestre”, “Massicone” e “Ronco del Re”, si passa alla barricaia. Qui, tra barrques, pièces e tonneaux i vini riposano fino a raggiungere l’affinamento ideale. Le vigne e la cantina sono affidate alla mano sapiente di Claudio Fiore che, grazie alla sua esperienza, propone ogni anno vini che rispettano il vitigno, il territorio e l’annata, regalando al degustatore emozioni sempre nuove. Dopo la visita si va in sala degustazione:

Le More 2015 – Romagna DOC Sangiovese Superiore

Colore acceso e vivace per questo Sangiovese in purezza che lascia trasparire la luce attraverso un rubino giovane ed intenso. Naso nitido impostato su ciliegia marasca, violetta e note burrose in cui si avvertono precisi sentori minerali. Palato coerente in cui ritroviamo il frutto croccante ed una freschezza decisa insieme a tannini vigorosi ma ben integrati nella struttura del vino. Pseudocalore ed una buona morbidezza vanno ad equilibrare il tutto. Finale lungo sul frutto e piacevolmente amaricante accompagnato da una nota minerale. Un vino da tutto pasto che spicca per la sua elegante semplicità.

Ronco dei Ciliegi 2010 – Sangiovese Forlì IGT

Sangiovese in purezza che prende il nome dal vigneto di provenienza. Una delle diverse cru di Castelluccio. Rubino luminoso, di bella trasparenza con sfumature che iniziano a virare verso il granato. Consistente. Lacrimazione lenta e fitta. Il corredo aromatico presenta profumi di frutta matura tra cui riconosciamo ciliegia, mora e prugna, a cui seguono speziature dolci di un passaggio in barrique ben dosato e un delicato sentore di tostatura. La componente minerale è ben evidente anche in questo vino. In bocca entra prima la morbidezza, subito equilibrata dall’acidità ancora ben presente che regala a questo vino equilibrio ed una verve sorprendente. La trama tannica è elegante. La sensazione di astringenza è distinguibile, molto piacevole e mai invadente. Segue una nota burrosa prima di arrivare ad un finale persistente su note minerali e fruttate. Ideale per accompagnare i piatti di carne delle imminenti festività pasquali.

Ronco delle Ginestre 2000 – Sangiovese Forlì IGT

Anche in questo caso parliamo di cru con un unico clone di Sangiovese coltivato in un unico vigneto. Già all’occhio ci rendiamo conto che nel calice abbiamo un vino diverso dai precedenti. Il colore è inteso, fitto, di notevole estrazione. Rubino acceso con interessanti sfumature di color granato. Nel calice una lacrimazione lenta disegna archetti rossi e ravvicinati a indicazione di grande consistenza e struttura. Al naso è ampio, complesso, ricco di sentori e sfumature che partono da frutta nera in confettura come more e sambuco, per poi passare a sensazioni vaniglia e petali di rosa essiccata. Seguono una scia minerale e note di torrefazione e liquirizia. L’assaggio è di assoluta soddisfazione. In bocca è completo, armonico, di ottimo equilibrio e fedele a quanto anticipato al naso. Morbido, vellutato e di grande struttura è perfettamente integrato dalla componente tannica setosa ed avvolgente. Decisamente persistente su un finale minerale elegante in cui ritroviamo il frutto nella sua evoluzione. Lascia la bocca pronta e desiderosa di un nuovo assaggio. Vino nobile da abbinare a piatti altrettanto nobili di cacciagione. La degustazione è stata eseguita dopo 2 ore dalla stappatura.

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