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Cassoni, cappelletti e lasagna a New York

New York – La Romagna alla conquista della città newyorchese con “LaRina Pastificio e vino” di Luca Pelliccioni riccionese, e tre soci, tra cui in cucina la chef Silvia Barban nata e cresciuta in Provincia di Varese. Luca nato a Riccione, che da quattro anni ha aperto l’alimentare “LaRina Pastificio e vino“, proviene da una famiglia che gestiva un locale al Mare nella movida di Riccione al Marano negli anni ’90. “Sin da piccolo – ricorda Luca – ho vissuto nell’atmosfera romagnola del divertimento, della cordialità e della spensieratezza”, tipico di noi romagnoli che ci distingue dagli altri, per l’energia e la convivialità che riusciamo a creare intorno a noi. Tutto questo si trova frequentando il locale “LaRina”, all’interno si può respirare l’atmosfera delle osterie tradizionali dove si possono fare due chiacchiere con commensali o altri clienti, incentivata dall’energia romagnola che si assapora nel ristorante di Brooklyn. Luca, dopo gli studi universitari, decide di raggiungere negli Stati Uniti, la Sorella Giulia che da 10 anni vive nella Grande Mela e gestisce un locale (Aita). Cosi nel 2015 insieme alla sorella e alla chef Silvia, che proveniva da una esperienza con il marchio Rana, e aveva gestito l’apertura di un locale di pasta fresca nella cittadina newyorchese. Nella ricerca del luogo per aprire il locale, si imbattono nella location di un ristorante chiuso da 15 anni che negli anni ’80 era un “Bistrot”, con la presenza di un giardino all’interno, se ne innamorano immediatamente e così nasce “La Rina pastificio e vino” dove si può comprare la pasta e portarsela a casa o fermarsi per degustarla, oltre a essere anche un “alimentare” dove si possono acquistare prodotti italiani e alcuni sono presidi di “Slow Food”. I piatti simbolo del locale sono la lasagna verde tipica della tradizione romagnola, insegnata alla chef Silvia dalla mamma di Luca con ragù e besciamella e i cappelletti con carne e manzo e ricotta di “San Pietro” prodotta localmente. La farina utilizzata è quella di “Petra Mulino Quaglia”, un mix si semola di grano duro e semola macinata e tipo 1 che viene impiegata per realizzare la piadina romagnola o cassoni. La cucina è contemporanea, è un’unione tra piatti della tradizione e modernità e con un tocco giovanile. Nel menù si possono trovare formaggi italiani, Prosciutti di Carpegna, olio, farine, passate, pelati, sugo e altro. Interessante anche la lista dei vini che come sottolinea Luca e realizzata con vini organic (bio) o realizzati da artigiani del vino e sono circa 80 le etichette dell’Emilia Romagna (Noela Ricci, Nicolucci, Ancarani e altro). Possiamo dire che è una Trattoria contemporanea. Nel locale si organizzano feste e ogni tanto sua mamma per delle occasioni particolari crea i famosi “cassoni” della tradizione romagnola e molto amati dai turisti quando vengono in terra di Romagna.

La chef Silvia Barban

Il pane servito al ristorante è a lievitazione naturale con pasta madre. Due notizie sulla chef Silvia Barban, uscita dalla scuola di cucina “E.Maggia” di Stresa, ha iniziato a lavorare dal maestro Gualtiero Marchesi, poi la pasticciera da Giancarlo Perbellini, e nel 2012 vola a New York per l’apertura del “Pastificio e cucina” di Giovanni Rana e nel 2016 decide di partire con l’avventura de “LaRina Pastificio e vino”.

Luca Pelliccioni

Abbiamo fatte alcune domande a Luca Pelliccioni:
Di che cosa sei goloso?
Mi piace il pane con i pomodori, e il pesce dell’Adriatico.
Cosa non manca mai nel tuo frigorifero?
E’ sempre vuoto, siccome non sono mai in casa.
Cosa mangi per colazione?
Mangio yogurt, spremuta di arancia, tarallucci, biscotti e frutta e cereali.
Ti piace la musica?
Si e il tipo di musica che ascolto va in base all’umore. Anche nel locale viene diffusa la musica. Amo spesso ascoltare quella degli anni ’70 e ’80.
Quali locali consigli di vedere se si viene a New York?
Consiglio di andare a fare un aperitivo se è la prima volta che si viene nella Grande Mela, al Bar “The Stadard Hotel” per vedere un meraviglioso tramonto, per bere dei buoni vini al “Wine Bar” The Four Horsemen.

Maurizio Ranucci
direttore responsabile
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