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Difficolta per la Coppa di Parma Igp

Parma – Il 2019 per il comparto della Coppa di Parma IGP, che riunisce 21 aziende e che garantisce lavoro a 500 occupati è stato un’anno abbastanzacomplicato. Il tutto viene evidenziato dai dati di ECEPA (Ente di Certificazione Prodotti Agro-Alimentari), nel 2019 i kg di carna suina lavorata sono stati 3,79 milioni, in diminuzione del 4,2% rispetto al 2018. Sostanzialmente stabile (-0,8%) il volume delle produzioni etichettate, nel 2019 pari a 1,79 milioni di kg. Tutto ciò si è riflesso sul fatturato del comparto, che è sceso del 7,7%, attestandosi a quota 60 milioni di euro. A spiegare la motivazione è il Presidente del Consorzio di Tutela della Coppa di Parma IGP, Fabrizio Aschieri: «Nel corso del 2019 abbiamo assistito a un rincaro significativo delle materie prime, con la carne suina che ha raggiunto i prezzi più alti negli ultimi otto anni. Alla radice di questo fenomeno è la situazione in Cina: si stima che circa la metà dei 440 milioni di suini allevati in quel Paese siano stati colpiti dalla peste suina africana. Come conseguenza della decimazione della popolazione locale di maiali, la Cina ha guardato al di fuori dei suoi confini, Italia compresa, per soddisfare la domanda interna di carne suina: è ciò ha determinato delle turbolenze sul mercato delle carni, con effetti negativi anche per la nostra filiera». Dallo studio di ECEPA emerge che il canale largamente prevalente nella commercializzazione della Coppa di Parma IGP è quello della grande distribuzione. Sul piano delle referenze, la Coppa di Parma IGP intera si conferma la più apprezzata dai consumatori. Segnali incoraggianti arrivano dall’export, la cui incidenza passa dal 18% al 20% del fatturato del comparto. I due principali Paesi di destinazione della Coppa di Parma IGP sono Francia e Germania, seguiti da Regno Unito e Benelux.

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