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Romagna: “la tevla de’ Sdaz”, l’allegria delle tradizioni contadine

Una “tevla” che si trasforma rispettando il luogo in cui avviene la cena, la tavola si modifica in base all’ambiente circostante, ai prodotti del territorio e alla creatività dei creatori. Stiamo parlando dell’associazione che dal 2012 organizza in giro per la Romagna ” La Tevla De’Sdaz”. Il tutto inizia quando Elisabetta Morelli, in compagnia di Alessandro Terlizzi, in un viaggio in pullman verso Milano rivede una sua compagna di scuola, Elisa Fabbri. Nelle quattro ore di viaggio, si raccontano le loro passioni: quella di Alessandro il buon vino, quella di Elisabetta andare alla scoperta di luoghi insoliti e di farli rivivere, e quella di Elisa la passione delle decorazione degli allestimenti; così nasce l’idea di realizzare cene con persone diversificate in luoghi non convenzionali, ma con qualcosa da trasmettere. Durante questi eventi si dovranno assaggiare piatti realizzati da ristoratori locali, utilizzando prodotti del territorio abbinando il tutto con buon vino sempre della zona. L’idea  principale dell’associazione è quello di trasformare il luogo per una serata, in modo  spensierato ma nel contempo con eleganza ed armonia. Gli ideatori della “Tevla de Sdaz” sono Alessandro, Elisa e Elisabetta. Il passo successivo è stato l’incontro con Gabriele Zelli, appassionato di storia della città di Forlì e del territorio circostante, seguivano le visite guidate nei luoghi storici del territorio, che lui organizzava e ne sono rimasti affascinati per la sua preparazione e la conoscenza di luoghi nascosti e sconosciuti per la maggior parte dei cittadini. Ed ad una di queste visite l’hanno avvicinato e gli hanno chiesti se fosse possibile dopo una visita guidata, far rivivere il luogo organizzando una cena con locali e prodotti del territorio. A Zelli è piaciuto l’idea, e li ha messi subito alla prova, proponendogli di realizzare una cena a Ladino. “La prima volta che siamo partiti doveva essere una cena – ricorda Elisabetta – per circa 40 posti, che alla fine con il passaparola si sono trasformati in 180 persone”. Ed è iniziato così questa avventura, che posso personalmente dichiarare una delle più interessanti nel panorama romagnolo. Il gruppo ha un’anima che si integra con l’ambiente circostante ricreando atmosfere conviviali, curando i minimi dettagli senza lasciare niente al caso, valorizzando le tradizioni contadine e culturali del nostro paese: l’allegria dell’aia, la gioia di mangiare insieme e divertendosi. Ad ogni evento sono organizzate visite che spiegano la storia del luogo, e piano piano i luoghi riprendono a vivere, che meravigliose tavole da loro addobbate ogni volta hanno un tema diverso. Vi sono persone che con ogni cena creano oggetti che serviranno ad abbellire il luogo e vita ridargli per una sera. “Per primi quattro anni – sottolinea Elisabetta – è stato il passa parola che ci ha dato una grande mano. Perché le persone che venivano alle nostre cene, ne rimanevano talmente affascinati, che non vedevano l’ora di partecipare alla prossima”. Ad oggi sono 13 le cene organizzate, con oltre 20 persone coinvolte per ogni manifestazione. Tutti fanno altro nella vita, alcuni si prendono anche giorni di ferie per aiutare, altri appena finito di lavorare corrono immediatamente nel luogo per dare una mano o per fare i camerieri. “Tutto questo – ribadisce Elisabetta -, riusciamo a realizzarlo anche grazie la collaborazione di Sabrina Severi la amanuense, Sergio Piani e Piero Poggiolini che incorniciano i luoghi con meravigliosi giochi di luce, Luca Torelli (titolare del locale “Arquebuse”) segue la parte della cucina ed infine Monica Pizzigati(cartoleria Raffoni), la creatrice dei braccialetti che ad ogni evento vengono creati ed omaggiati ai partecipanti. Il luogo viene scelto, come ribadisce Betta, per prima cosa deve raccontare qualcosa, e poi si cercano i locali che possano essere coinvolti, anche le aziende che possono partecipare al progetto. L’anima vincente di questa team è stata nel tempo la capacità di ricreare tavole in cui persone tra loro sconosciute si divertano e si conoscono costruendo amicizie che si rinnovano  ad ogni Tevla: un appuntamento con il buon vivere.

Elisabetta: predappiese , diplomata in ragioneria con la passione di viaggiare. Attualmente lavora alla trattoria gastronomica di sua Zia, “Gramsci 108” a Forlì.

Ti piace cucinare?

Mi piace molto, ma credo che non lo faro mai come mestiere. Sono curiosa e mi piace scoprire cose nuove. Ho imparato da mia madre a cucinare e fare la sfoglia.

Ama stare in campagna, da piccola le piaceva molto andare in giro per i terreni agricoli, è questo l’ha portata ad affinare il naso ai profumi.

Qual’è il piatto che ti viene meglio?

Sono gli arrosti e la pasta fresca.

Di che cosa sei golosa?

brodo di gallina, e mi piace mangiare i ritagli di carne meno pregiate.

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Quello che non ti piace?

Il caramello.

Nel tempo libero cosa ti piace fare?

Quando ho la possibilità, mi piace da sempre viaggiare, non da turista, ma alla scoperta di luoghi non convenzionali.

Cosa non manca mai nel tuo frigoriferi?

Una bottiglia di bolla, un salame, un formaggio e le uova.

Cosa ti piace bere?

Mi piacciono i vini a lievitazione naturale, come pure le birre artigianali e tra queste le mie preferite sono le Ipa.

Informazioni: https://www.facebook.com/latevladesdaz/

Maurizio Ranucci
direttore responsabile
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