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“Licalbe Steiner. Alle origini della grafica italiana” a Ravenna

Nei prossimi giorni o per le feste di Pasqua, consiglio di fare un giro a Ravenna a vedere questa interessante mostra dedicata a due grafici e designer Lica e Albe Steiner dal titolo “Licalbe Steiner. Alle origini della grafica italiana“. Questa evento si svolge al Museo d’Arte della città.  A Albert Steiner si deve tra le centinaia di sue realizzazioni, la progettazione del marchio originale Coop del 1963, tutta la grafica della Feltrinelli degli anni ’60-’70 e le grandi campagne pubblicitarie per la Pirelli e La Rinascente. Un percorso tra materiali, testimonianze, lavori grafici, fotografie e video sulla vita e l’opera di entrambi i protagonisti. L’entrata è gratis e dopo aver osservato le opere, potete visitare il bellissimo centro storico di Ravenna con i suoi mosaici e monumenti storici, ma anche con angoli deliziosi e meravigliosi, dove si possono degustare dei piatti sfiziosi come: “Antica Trattoria al Gallo 1909” ( http://www.algallo1909.it), qui si può mangiare una cucina classica; “Osteria l’Acciuga”http://www.osterialacciuga.it), si può mangiare una buona cucina di pesce e frutti di mare; “Alexander” ( http://www.ristorantealexander.it), molto interessante sia come luogo un recupero archeologico di un vecchio cinema e per la cucina realizzata da un giovane chef Mattia Borroni. La sua filosofia è quella di realizzare piatti tra modernità e tradizione; ed infine “Osteria del tempo perso” ( http://www.osteriadeltempoperso.it),  un luogo accogliente, caldo e ospitale da una cucina semplice tra mare e tradizione territoriale. 

Da destra (Frontespizio del catalogo della mostra “resistenza e ricostruzione un’immagine dell’Italia”) Centro (copertina della rivista Utopia). Sinistra (Studio foto-grafici per Agfa). Sotto (manifesto-cartolina per la promozione della radio).

Dopo il Museo del Novecento di Milano, il Museo degli Innocenti di Firenze e la Sinagoga di via dell’Aquila di Reggio Emilia,  Ravenna ospita questa interessante mostra che propone una panoramica sul lavoro di quello che è riconosciuto come uno dei sodalizi professionali e personali più fecondi della grafica italiana, ovvero quello  Lica e Albe Steiner. Un percorso suggestivo tra materiali, testimonianze, lavori grafici, fotografie e video sulla vita e l’opera di entrambi protagonisti, ciascuno con una storia e un’identità proprie, ma legati dal 1938 in maniera indissolubile nel privato e nel lavoro.

Logo “L.A.S” Lica Albe Steiner

Viene presentata la produzione del loro Studio L.A.S. (Lica Albe Steiner) dai primi lavori del 1939 fino alla fine della Guerra e al viaggio in Messico (1946-1948), in una narrazione scandita dalle diverse sezioni – ricerca grafica e foto-grafica, editoria, pubblicità e allestimenti, marchi, presentazione di prodotto, manifesti e grafica di impegno civile, formazione professionale – fino alla morte di Albe, scomparso nel 1974. La loro storia personale, la loro unione “intellettuale” li ha visti così inseparabili da essere chiamati da loro stessi e dagli amici i ‘Licalbe’, un’unica identità. Il loro lavoro fu caratterizzato da quella che spesso è stata definita una poetica dell’ottimismo, da una fiducia dichiarata nel presente e nel futuro, credendo che l’impegno in prima persona, professionale, didattico potesse segnare la differenza e una distanza abissale dal buio della guerra e del fascismo.

Manifesto per l’apertura del primo magazzino cooperativo a libero servizio a Reggio Emilia

Nel 1939 aprono insieme uno studio di grafica e lavorano alla stampa clandestina antifascista. Appena terminata la guerra sono tra i fondatori dei Convitti della Rinascita, curano due mostre a Palazzo Reale sulla Liberazione e sulla Ricostruzione e sono redattori grafici de “Il Politecnico” diretto da Elio Vittorini. Partono, poi, alla volta del Messico per riunire la famiglia di Lica, e si trovano a lavorare con i muralisti tra cui Siqueiros, Rivera e altri e Hannes Meyer, tra gli esuli della scuola Bauhaus. Rientrano in Italia per partecipare alle prime elezioni libere del 1948, dove riprendono il loro lavoro professionale.

Destra (Prima di copertina del primo libretto-catalogo dei premi “Compasso d’Oro la Rinascente”) Sinistra (Manifesto per l’inaugurazione del Museo Monumento al deportato politico e razziale nei campi di sterminio razzisti).

Gli Steiner furono, senza dubbio, protagonisti e interpreti della rinascita culturale italiana nel dopoguerra, insieme a intellettuali come Vittorini e Calvino. Proprio a Calvino si deve un ricordo speciale di Albe all’indomani della sua morte sulle pagine dell’Unità “per Albe il piacere dell’invenzione formale e il senso globale della trasformazione della società non erano mai separati”. I materiali esposti provengono dalla collezione privata dello Studio Origoni Steiner. La mostra è stata realizzata grazie alla partecipazione di Coop, che ha saputo vedere in questo progetto un momento importante per la storia e la memoria del suo marchio, disegnato da Steiner nel 1963, poi ridisegnato da Bob Noorda d’accordo con Lica Steiner. La curatrice Anna Steiner, figlia di Albe e Lica, insegna presso il Politecnico di Milano, architetto, lavora nel campo degli allestimenti e della grafica nello studio Origoni Steiner, porta avanti l’eredità dei genitori e testimonia il loro contributo alla cultura del Novecento diffondendo i loro ideali pedagogici e democratici e le loro idee progettuali tutt’oggi innovative.

Informazioni:

Sede: MAR, via di Roma 13, Ravenna

Periodo: è aperta fino 2 aprile.

Orari: dal martedì al sabato 9.00 – 18.00 , domenica 14.00 – 18.00 lunedì chiuso (la biglietteria chiude un’ora prima)

aperture festive: 1 e 2 aprile  10.00-19.00

Ingresso: libero

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