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+38% di vignaioli under -35 e boom del nettare tra i giovani e i meno esperti.

Stando ai dati del report “Vino & Giovani”, condotta da Vinitaly-Nomisma  l’87% degli under -35 italiani consuma vini, doppiando di fatto le preferenze per la birra. Grande apprezzamento anche per il vino biologico, al punto che il 71% dei ragazzi italiani si dice disposto a pagare di più. Sembra essere giunto al tramonto quella parte del mondo del vino satura di pregiudizi, mode e noiose valutazioni sensoriali percepito dalla maggior fetta dei consumatori composta non solo dai più giovani ma soprattutto dai meno esperti. Anche il comparto della produzione vitivinicola ha visto una decisa “iniezione” di gioventù, dato che stando a Coldiretti lo scorso anno ha registrato un +38% di vignaioli under -35. Sempre secondo le stime di settore, si calcola la presenza di circa 1.200 aziende di vini gestite da giovani, con altre percentuali stupefacenti: nello specifico, queste società sviluppano un fatturato superiore del 75% rispetto alle medie di settore, e con una superficie coltivata che supera ancora una volta le medie del 54%.  Tra queste troviamo vere punte di diamante, nomi come: Enzo Rapalino il piemontese titolare della Ganghija e promotore del Langa Style; Maximilian Girardi, innovatore della viticoltura “cool” romagnola e la sua Tenuta Diavoletto; Eleonora Brangero, una laurea in viticoltura ed enologia e due aziende da seguire; i fratelli Calatroni i promotori dell’Oltrepó Pavese titolari della Calatroni Vini. Loro e tanti altri coraggiosi stanno perseverando nel dare una notevole spinta alla concezione e alla vendita del vino moderna. La gioventù ha ovviamente portato molte novità nel comparto, come una gestione più votata alle tecnologie moderne, ma anche alle logiche del marketing 2.0, alla sostenibilità ambientale, all’assenza di pregiudizi e ad una mentalità più aperta.

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