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Reggio Emilia: La lady dei gioielli vintage e di recupero

Abbiamo incontrato Sara Arduini, del segno dei pesci, nata nella campagna emiliana con un grande amore per la manualità e la trasformazioni di oggetti in gioielli:
– Da dove arriva questa passione di realizzare gioielli?
Trafficare con le mani era nel mio dna. Ho avuto la fortuna di avere una nonna capace di cucire, lavorare a maglia, a uncinetto, ricamare, curare il giardino e mille altre attività manuali. Trascorrendo ore ed ore con lei è sempre stato automatico per me utilizzare il mio tempo libero per “produrre” qualcosa. La scelta di creare bijoux è arrivata verso i 20 anni, come semplice passatempo, grazie a qualcuno che aveva capito prima di me quale sarebbe stata la mia strada e in occasione del mio compleanno mi regalò paste sintetiche modellabili, perline, minuterie e tutto il necessario per iniziare. 
- Come nasce l’idea di creare un oggetto dal recupero di cose vecchie, rotte e usate e ridargli una vita?
Penso di dover richiamare in causa anche qui la nonna. Per reazione alla povertà della sua giovinezza ha trascorso anni ad accumulare merletti, tessuti, filati, perline e oggetti più disparati. E’ stata proprio la voglia di valorizzare questa enorme quantità di preziosi materiali che mi ha portato a creare i primi gioielli con pizzi e merletti racchiusi nel vetro. E poco dopo, da un sito americano, è arrivata anche l’idea di utilizzare i cocci di piatti.

– Il tuo percorso dove inizia e come sei arrivata a quello che fai oggi?

I miei studi e i miei precedenti lavori si sono divisi tra arte, conservazione del patrimonio e design. E oggi finalmente sento di essere riuscita a mettere insieme tutto questo nei miei gioielli.

– Nel tuo sito dici che quando eri all’università nelle lezioni più noiose ti divertivi a creare di nascosto, dove ti sei laureata e cos’è avvenuto che ti ha fatto cambiare strada, seguendo il tuo sogno?
Mi sono laureata in scienze dei beni culturali all’Università di Modena, e per quanto sembri che ora io faccia tutt’altro in realtà non è del tutto vero. A mio modo conservo e cerco di valorizzare pezzi della cultura materiale del passato.

– Come hai imparato a lavorare i materiali che utilizzi per le tue creazioni?
Per tentativi. Attualmente la tecnica si sta diffondendo molto ma ai miei inizi non c’erano corsi ne tutorial in Italia quindi con l’aiuto di mio marito abbiamo messo a punto per gradi una tecnica che ci permette di tagliare ceramica e vetro con una precisione pressoché totale prima di procedere alla saldatura del metallo.

– Per fare i tuoi gioielli, dove ti sei ispirata, per caso ti sei ispirata ad un periodo storico?
Un periodo in particolare no, ma certamente un’idea di passato, di un tempo in cui le cose piccole, fatte a mano, personalizzate, curate, avevano un valore più riconosciuto rispetto ad oggi. Oltre a questo la mia seconda ispirazione è senza dubbio la natura. L’alternarsi delle stagioni, i piccoli progressi quotidiani che faccio nella scoperta e nella cura del mio giardino,

– Ti piace cucinare e che cosa?
Tantissimo, tanto che per un certo periodo anni fa ho curato anche un blog di cucina. Ultimamente hanno avuto la precedenza altre passioni più recenti ma il più grande lusso per me rimane sempre il fare una torta, attendere che sia cotta leggendo un buon libro e poi gustarmene una fetta ancora calda.

– Qual’è l’ultimo piatto inventato?
Stiamo uscendo dall’inverno e ho all’attivo un bel po’ di zuppe, creme di verdura, vellutate. Mi diverto a crearle in base ai colori dominanti e ci metto tante tante spezie.

– Il tuo piatto di cui sei golosa?
Primo posto pari merito lasagne tradizionali e crostata alla marmellata di prugne.

– Hai un ingrediente che non ti piace?
Non tollero il cetriolo, nemmeno l’odore, nemmeno a distanza di sicurezza. Da tutto il resto può sempre uscire qualcosa di buono.

– Cosa ti piace bere?
Da diversi anni ho abolito alcolici e caffè ma un vizio liquido mi resta e sono i te caldi e le tisane. Non posso vivere senza nemmeno in estate.

– Ti piace leggere e che cosa?
Tantissimo. Ho sempre letto soprattutto romanzi, tra le mie autrici preferite ci sono certamente le sudamericane, Isabel Allende, Almudena Grandes, Marcela Serrano. Ultimamente alterno le letture rilassanti ai manuali creativi, di branding, di business per piccole realtà. Infine, adoro i libri di cucina. Specialmente quelli che oltre alle ricette raccontano storie. Quelli di Ruth Reichl sopra tutti. Poi tra i più attuali quelli di Irene Berni, Giulia Scarpaleggia, Sigrid Verbert, Sabrine d’Aubergine, Mimi Thorisson. Si, non l’ho fatto apposta ma sono tutte donne.

– qual’è l’ultimo libro che hai letto?
Di solito arrivo un po’ in ritardo rispetto ai best sellers del momento, perchè per una scelta economica ed ecologica i romanzi me li procuro in biblioteca o nell’usato. Attualmente il mio romanzo sul comodino è Zia Mame di Patrick Dennis. Sul fronte business, sto leggendo un volume molto tecnico ma anche molto interessante che si intitola Strategia Oceano Blu. E per i cookbooks il prossimo nella wishlist è La cucina dei mercati in Toscana di Giulia Scarpaleggia.

Indirizzo:
sito: www.aspettaevedrai.com

Maurizio Ranucci
direttore responsabile
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